Cosa apprezza di più di ciò che i suoi predecessori le hanno lasciato in azienda?
Un sacco di cose! Tutti i presidenti dei consigli di amministrazione passati hanno contribuito in modo determinante a garantire l’esistenza di una struttura di governance che ci protegge da acquisizioni ostili. Possiamo quindi dedicare tutte le nostre energie all’ulteriore sviluppo dell’azienda.
La pandemia del coronavirus ha accelerato il cambiamento strutturale del mondo del lavoro, avviato con il “New Work”. Quali sfide vede nel breve e medio termine?
Non si smette mai di imparare! È bene però inquadrare un attimo il concetto di “New Work”: a scanso di equivoci, stiamo parlando di un’evoluzione globale dell'intero mondo del lavoro e dei relativi rapporti. In futuro assisteremo sicuramente a certe tensioni per via di una maggiore business agility, sempre nuovi assetti in team trasversali con componenti di più reparti, compiti che cambiano più spesso, ecc. Questo andamento è completamente contrario alla burocrazia tedesca che ci viene sempre imposta da varie parti. La vedo molto dura.
Quale prodotto Dräger non vorrebbe che mancasse mai nella gamma aziendale?
I ventilatori per la terapia intensiva, per curare i polmoni malati, e gli autorespiratori ad aria compressa per i vigili del fuoco, in modo che i soccorritori possano respirare bene nel corso dei loro interventi.
Le imprese a gestione familiare sono la spina dorsale dell’economia tedesca e sono anche importante fonte di innovazione. Uno sguardo al passato: di quale innovazione Dräger va particolarmente fiero?
Del primissimo dispositivo di salvataggio nelle miniere, del 1904, che è stato rivoluzionario, anche perché da esso ha preso il nome un’intera categoria di lavoratori, quella dei soccorritori in miniera, in Nord America: Draegerman!
Parola d’ordine “protezione del clima”: non è che sta fallendo anche perché l’economia deve crescere sempre di più?
Non sta fallendo né per colpa dell'industria o della politica, ma per colpa nostra! Quando si tratta di azioni concrete, noi esseri umani facciamo presto a prendercela comoda: molte persone non vogliono abbassare il riscaldamento, non vogliono ritrovarsi delle pale eoliche davanti a casa e men che meno vogliono andare al lavoro in bicicletta o in treno, anche se molti potrebbero farlo. Può pure piovere che non si smuovono.
C'è qualcosa che la infastidisce del capitalismo?
Considerandolo nella sua forma pura, direi che non c’è sufficiente rispetto per la dignità umana.
Abbondano le idee per un ordine più equo e green, ma pur sempre fondato sull’economia di mercato. Le proposte per un capitalismo più “morbido”, vale a dire meno mercato e crescita, più controllo da parte dello Stato, arrivano spesso da delle donne: un “ordine mondiale più femminile”, avrebbe senso?
Questa forma di capitalismo più morbida non ha a che fare con il genere sessuale. Tuttavia, vedo una componente più femminile nel futuro mondo del lavoro, il quale sarà molto più attraente per tutti i giovani se ci sarà una maggiore presenza di quella che viene comunemente chiamata “componente femminile”.
Pensa che Dräger debba ancora recuperare terreno, anche per quanto riguarda la copertura delle posizioni manageriali?
Sì, ma rimarrà comunque una sfida perché noi produciamo tecnologia per la vita e bisogna purtroppo dire che nel caso di tante ragazze si tende a disincentivare o negare in giovane età l’acquisizione di determinate competenze tecniche, che nel nostro caso sono però utili.